Conosciuta in tutto il mondo per il gusto tipicamente mediterraneo, con note prepotenti di agrodolce, la caponata è la regina delle ricette siciliane.
Un patrimonio ricco di sapori diversi ma in perfetto equilibrio tra loro, che ha nella melanzana l’indiscussa protagonista.
La caponata siciliana è trionfo di verdure e ortaggi, fritti prima e poi conditi con pomodoro, sedano, olive e capperi, infine legato da una salsa agrodolce a base di zucchero e aceto.
È un piatto ricco e completo che può essere servito tanto come contorno, tanto come piatto unico. In nessun caso sfigurerà. Per questo motivo è onnipresente nei menu che si sviluppano per le occasioni di festa o nei catering a buffet.
Le varianti della caponata sono davvero numerose, almeno una trentina. Ogni provincia siciliana ha la sua versione, caratterizzata da piccole variazioni tipiche del luogo.
Quella palermitana funge un po’ da matrice, ed è quella di seguito proposta.
Scopriamo insieme come prepararla. Ecco le dosi per 6 persone.
Ingredienti
Lava le melanzane e tagliale a tocchetti con tutta la buccia. Disponile in uno scolapasta e spolverizzale con una manciata abbondante di sale. Lasciale spurgare per circa un’ora.
Intanto lava le coste di sedano e tagliale a tronchetti di mezzo centimetro l’uno. Fai sbollentare per qualche secondo i pomodori in acqua bollente, poi passali sotto l’acqua fredda, togli la buccia e i semi e tagliali a pezzetti. Infine snocciola le olive e dividile a metà.
Scalda l’olio in una padella ampia e fai soffriggere la cipolla fino a quando diventa dorata. Unisci i pomodori e il concentrato e fai cuocere a fuoco medio senza coperchio per 10 minuti.
Insaporisci con sale e pepe, aggiungi gli altri ingredienti: sedano, olive e capperi ben sciacquati dal sale. Sciogli lo zucchero nell’aceto e versalo nel sugo, mescolando bene. Lascia cuocere a fuoco dolce per circa 20 minuti fino a ottenere una salsa densa.
Per ultime riprendi le melanzane, sciacquale sotto l’acqua corrente e dopo averle asciugate per bene friggile in olio ben caldo. Al termine, passale su carta assorbente, uniscile alla salsa e lascia stufare dolcemente per altri cinque minuti.
Secondo tradizione la caponata va gustata fredda o a temperatura, rigorosamente accompagnata da pane abbondante, da intingere golosamente nella salsa.
Se conservata ben chiusa, la caponata si mantiene bene per due o tre giorni in frigorifero.
Sulle origini del nome il web offre versioni diverse. C’è chi ipotizza l’origine greca del termine che deriverebbe da Capto, ossia tagliare, un chiaro riferimento al fatto che la preparazione preveda un corposo lavoro di coltello su tutti gli ingredienti.
Un’altra ipotesi fa riferimento al termine Caupona, ossia osteria. In questo caso l’origine povera del piatto si rifà alle usanze dei marinai che, durante le loro soste nelle osterie locali, mangiavano un pezzo di pane condito solo con capperi, alici e olio.
C’è una terza ipotesi che sembra essere quella maggiormente condivisa, secondo cui l’origine del termine caponata è dovuta a un pesce del Mar Mediterraneo, il Capone (Lampuga in italiano), servito in versione agrodolce durante i pranzi aristocratici.
Come può tuttavia un piatto aristocratico e a base di pesce, trasformarsi nella regina delle ricette popolane? È stato sufficiente sostituire il pesce con una verdura povera, la melanzana appunto.
Così, attraverso le numerose dominazioni dell’Isola, la ricetta della caponata si sarebbe evoluta e confermata con la verdura al posto del pesce.
Di caponata ce n’è una. Noi siciliani però siamo notoriamente buone forchette, così nascono numerose varianti, una per ogni provincia o quasi.
In questa versione, agli ingredienti utilizzati nella nostra ricette dovrete aggiungere anche i peperoni, le olive nere, i pinoli o le mandorle e una manciata di uvetta. Alla salsa agrodolce inoltre si aggiunge il miele.
Qui la caponata di melanzane è arricchita da peperoni e mandorle tostate.
È una versione molto colorata in cui le melanzane sono abbinate ai peperoni di vari colori, insieme a basilico, aglio e patate.
Identica alla versione palermitana, con la sola differenza che il pomodoro pelato sostituisce il concentrato.
Tra le rivisitazioni più gustose della caponata ricordiamo anche la versione con i carciofi, quella con il pesce spada e persino con le mele.
Fuori dalla Sicilia invece è famosa la versione della caponata napoletana, preparata con la frisella (tarallo di grano duro cotto a forno) inumidita con acqua e condita con pomodori, aglio, olio, origano, basilico, alici, mozzarella e olive.